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“GIANSONE. SCULTURE DA INDOSSARE” IN MOSTRA A TORINO

 

A Torino, fino alla  fine di   gennaio 2018, una mostra per omaggiare le sculture gioiello di Mario Giansone.

La Sala Atelier del Museo civico di Arte Antica al Palazzo Madama di Torino, non poteva che essere il luogo più indicato per rendere omaggio a Giansone, lo scultore del gioiello, considerato tra gli artisti italiani più valenti del Novecento.

Marco Basso e Giuseppe Florida, i curatori, insieme alla storica d’arte Stefania Capraro, rendono omaggio a Giansone esponendo le sue microsculture fuse in oro. Un allestimento pensato per far risaltare l’anima scultorea di questi preziosi oggetti, rispettando a pieno la tipicità dell’artista di prediligere uno stile figurativo sintetico e perlopiù astratto. I tre, lo fanno racchiudendo i gioielli di Giansone dentro delle piccole scatoline di legno intagliato, come il mogano, l’azobè, il paduk, il palissandro, la radica e soprattutto l’ebano, il più raro e difficile da lavorare. Anch’esse così diventano un’opera nell’opera.Sono quaranta i gioielli protagonisti di: “Giansone. Sculture da indossare”, tutte realizzate tra il 1935 ed il 1997 provenienti sia dall’Archivio Storico Mario Giansone di Torino, dalla GAM, dalla sede RAI di Torino ma anche dalle collezioni private delle famiglie Agnelli e Pininfarina. Per l’occasione dell’esposizione, anche lo studio di scultura, in Via Messina 38, rimarrà aperto su prenotazione per le visite guidate fino al 20 gennaio 2018. Mentre l’intera mostra sarà fruibile fino al 29 gennaio 2018.

Scomparso nel 1997, Mario Giansone, un uomo dal fascino misterioso ed esoterico, in tutta la sua vita artistica, gran parte della quale dedicata anche all’insegnamento di Disegno dal Vero ed Educazione Visiva, ha scolpito, disegnato, dipinto, realizzato incisioni e arazzi. La passione per la materia lo ha portato a rapportarsi con gli elementi più diversi, arrivando ad usare marmi, pietre, legno durissimo ed il ferro, per tirarne fuori una personalissima visione di un’anima che ognuno racchiudeva al suo interno, per Giansone era essenza stessa dell’umanità e anche dell’ultraterreno.

r omaggiare le sculture gioiello di Mario Giansone.

La Sala Atelier del Museo civico di Arte Antica al Palazzo Madama di Torino, non poteva che essere il luogo più indicato per rendere omaggio a Giansone, lo scultore del gioiello, considerato tra gli artisti italiani più valenti del Novecento.

Marco Basso e Giuseppe Florida, i curatori, insieme alla storica d’arte Stefania Capraro, rendono omaggio a Giansone esponendo le sue microsculture fuse in oro. Un allestimento pensato per far risaltare l’anima scultorea di questi preziosi oggetti, rispettando a pieno la tipicità dell’artista di prediligere uno stile figurativo sintetico e perlopiù astratto. I tre, lo fanno racchiudendo i gioielli di Giansone dentro delle piccole scatoline di legno intagliato, come il mogano, l’azobè, il paduk, il palissandro, la radica e soprattutto l’ebano, il più raro e difficile da lavorare. Anch’esse così diventano un’opera nell’opera.

Sono quaranta i gioielli protagonisti di: “Giansone. Sculture da indossare”, tutte realizzate tra il 1935 ed il 1997 provenienti sia dall’Archivio Storico Mario Giansone di Torino, dalla GAM, dalla sede RAI di Torino ma anche dalle collezioni private delle famiglie Agnelli e Pininfarina. Per l’occasione dell’esposizione, anche lo studio di scultura, in Via Messina 38, rimarrà aperto su prenotazione per le visite guidate fino al 20 gennaio 2018. Mentre l’intera mostra sarà fruibile fino al 29 gennaio 2018.

Scomparso nel 1997, Mario Giansone, un uomo dal fascino misterioso ed esoterico, in tutta la sua vita artistica, gran parte della quale dedicata anche all’insegnamento di Disegno dal Vero ed Educazione Visiva, ha scolpito, disegnato, dipinto, realizzato incisioni e arazzi. La passione per la materia lo ha portato a rapportarsi con gli elementi più diversi, arrivando ad usare marmi, pietre, legno durissimo ed il ferro, per tirarne fuori una personalissima visione di un’anima che ognuno racchiudeva al suo interno, per Giansone era essenza stessa dell’umanità e anche dell’ultraterreno.

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