
Dopo i singoli “EVA BLOO”, “sergente” feat. cmqmartina e il recente “TISANAGINSENG” (Epic Records / Sony Music Italy), Eva Bloo torna con “romantica”, un brano che svela il suo lato più fragile e sincero. Dalla scena elettronica ai palchi di festival come Sziget, Poplar e Decibel, l’artista continua a muoversi tra cantautorato e club culture, costruendo la sua personale zona ibrida fatta di introspezione, ritmo e libertà.
Con “romantica” mostri un lato più intimo e vulnerabile rispetto ai tuoi brani precedenti. Cosa ti ha spinto a esplorare questa parte di te e a metterla in musica proprio ora?
Io ho sempre avuto un’attitudine alla scrittura estremamente introspettiva e in realtà questo per me non è nulla di nuovo. L’unica questione è che ho sempre messo come priorità il suono e la costruzione di quello che per me fosse l’espressione attraverso esso. Il giorno che ho scritto romantica avevo bisogno più che di esprimermi coi suoni di essere cullata da un tappeto che sapesse accettare le mie parole e non chiedermi mai di dirne di meno. Io vivo per le sonorità breakbeat techno ecc però vengo dal rap come mondi di ispirazione, di conseguenza il flusso di coscienza, questo giro, andava liberato.
In “romantica” la chitarra acustica sostituisce le sonorità elettroniche che ti hanno sempre contraddistinta. È stato difficile spogliarti di quegli elementi e lavorare in modo più essenziale?
Non è stato per nulla difficile e anzi direi, estremamente più facile, perché l’elettronica per arrivarmi ed essere fatta bene ha bisogno di tanti colpi di genio, accorgimenti, innovazione, sennò la truzzata è dietro l’angolo. Bene o male invece la chitarra e la voce sono come la pasta e il pomodoro, si appartengono semplicemente, di conseguenza è più semplice per me lasciare andare un certo tipo di emozioni e di viaggi con quell’ambiente sonoro.
Il tuo percorso nasce dentro la scena elettronica ma si muove tra generi diversi, dal drum’n’bass al pop più introspettivo. Ti senti parte di una scena precisa o stai costruendo la tua personale “zona ibrida”?
Sto decisamente costruendo la mia zona ibrida, determinata probabilmente anche dal fatto che il mio è un set ibrido. E sinceramente non ho interesse nel seguire le tendenze di una scena o nell’appartenere. Ho molti amici forti che possiamo considerare anche personaggi principali in questa scena in Italia, eppure non mi sento parte di nessuna discendenza, li ammiro ma con il dovuto distacco affinché la mia possa restare espressione e non diventi un’aesthetic o come si dice.
In “romantica” sembra emergere anche un dialogo con te stessa. Se potessi dire qualcosa alla Eva che ha iniziato a fare musica nel 2020, cosa le diresti oggi?
Spingi tutto che sta roba ti cambierà la vita ogni giorno, e se devi evitare di compiacere le persone attorno a te con la tua presenza o il tuo tempo, se senti che vuoi prioritizzare la musica, fallo e basta senza provare pena.