
Ieri sera Jacopo Sol ha dato al pubblico milanese una performance che ha vibrato tra intimità e potenza, mentre le luci calavano e la musica saliva in altalena tra introspezione e esplosione. Una serata che ha confermato come il giovane cantautore stia costruendo la sua cifra artistica in modo autentico e convincente.
Che si fosse guadagnato l’attenzione lo si capiva fin dal pre-show: l’atmosfera era carica ma raccolta, un pubblico pronto ad ascoltare non semplicemente a intrattenersi. Un’attenzione che Jacopo Sol si era conquistato passo dopo passo, soprattutto dopo la partecipazione ad Amici, dove aveva mostrato una sensibilità fuori dal comune e una scrittura capace di restare impressa. Da allora, il suo percorso non si è fermato: durante l’estate ha calcato i palchi di festival e rassegne in tutta Italia, consolidando una fanbase giovane ma fedele, e portando la sua musica sempre più lontano.
Quando è entrato in scena alla Santeria, l’applauso aveva già il sapore del riconoscimento: quello che si riserva a chi ci si è guadagnato tutto da sé. Jacopo Sol è apparso con un aplomb maturo, lo sguardo concentrato e una calma che non tradisce emozione ma controllo. Non più “l’esibizione emergente”, ma la presenza sicura di un artista che conosce i propri strumenti: la voce, la presenza scenica, l’interazione autentica con la platea.
Il concerto ha alternato momenti di forte intensità con pause più delicate e riflessive. Quando la chitarra arpeggiava sotto la luce calda, la voce di Sol ha saputo diventare uno strumento confessionale: le parole, le sue nuove canzoni, hanno mostrato vulnerabilità, desiderio, un’eleganza stilistica che rispecchia quell’incrocio tra pop e cantautorato che molti rincorrono. I passaggi più ritmati hanno invece scatenato il pubblico, che non si è fatto attendere: battito, coro, partecipazione viva. Un elemento chiave della performance è stata la capacità di costruire un ponte tra artistico e umano: non era solo “Jacopo Sol canta”, ma “Jacopo Sol racconta”: racconta storie, sentimenti, paure e speranze. In un momento ha ringraziato il pubblico con semplicità, ribadendo che ogni serata è un dono e che la musica è prima di tutto comunione.
Dal punto di vista scenografico la scelta luci-suono è stata minimale ma efficace: pochi fronzoli, niente artifici inutili, l’attenzione posta sull’essenza della musica e della voce. Questa sobrietà è un plus: in tempi in cui gli show tendono a gonfiarsi, Sol ha scelto la sobrietà come stile, quasi come coerenza con il suo messaggio.

In conclusione, ieri sera Jacopo Sol ha dimostrato che non è più solo promessa, ma realtà in evoluzione. Il pubblico è uscito dalla venue con un sorriso, con gli occhi luminosi e le orecchie ancora sature della sua voce. Per Kult Magazine è stata una conferma: vale la pena seguire da vicino questo artista, perché sta tracciando una strada autentica, credibile e piena di potenziale.